mercoledì 4 giugno 2014

LA GRANDE MONNEZZA - CAPITOLO V

Roma 3 giugno 2014. 
La situazione dei rifiuti a Roma è ormai nota a tutti.

I rappresentanti delle istituzioni del municipio XIII, per giustificare la situazione di estremo degrado nella quale la città versa, in quest'anno ci hanno raccontato :

  • che era colpa della chiusura di Malagrotta, per cui l'AMA non riusciva a liberarsi dell'immondizia raccolta con la stessa velocità di prima (quasi esaltando la figura di chi ha tenuto sotto ricatto Roma per 35 anni), 
  • che a causa delle alluvioni, il personale ed i mezzi AMA erano stati dirottati nelle zone colpite dall'evento e quindi non c'erano mezzi e uomini sufficienti per pulire le strade, 
  • tornato il bel tempo, che i centri di raccolta e smistamento AMA erano in manutenzione (?) e quindi non c'era la possibilità di raccogliere e soprattutto smaltire l'immondizia,

oltre a denunciare l'inefficienza delle procedure, l'operatività e la logistica di AMA.

Nel prossimo futuro, per giustificare la situazione desolante e di assoluto degrado in cui versa il quartiere (e l'intera città), forse ci diranno che la causa è della crisi mondiale, della globalizzazione o di un'imminente invasione aliena. Chissà!!!!!! 

Nel frattempo il sindaco Marino, dalla Tv ci manda a dire che sta lavorando per risolvere totalmente il problema della gestione del ciclo dei rifiuti, tra 3 anni!!!!

Quindi gli abitanti di via Boccea, uscendo di casa, fino al 2017 devono sopportare la vista di quanto ritratto nelle foto che però, come al solito, suggeriscono alcune riflessioni: 

  1. E' assurdo che una città di 3 milioni di persone non abbia (e non ha mai avuto) una gestione completa e razionale del ciclo dei rifiuti e, vista la situazione, risulta difficile credere ai risultati sbandierati dal comune riguardo la raccolta differenziata al 40%!!
  2. Ai cittadini e commercianti va addebitato almeno il 50% della responsabilità di tale situazione. Se invece di utilizzare le isole ecologiche o il servizio AMA previsto per la raccolta dei rifiuti ingombranti, si liberano dei materassi vecchi, del mobilio, degli imballaggi della merce venduta (come per esempio succede in via Santa Bernadette, grazie al fast food Broast - vedi ultime tre foto) buttando tutto ai piedi dei cassonetti, dimostrano un grado di inciviltà e barbarie assoluta che non li rende degni di vivere in un paese civile. Non sono da meno quelli che, invece di smaltire rifiuti speciali come gli olii vegetali usati per la cottura dei cibi nel modo appropriato, lo sversano nei cassonetti (ad esempio in via Boccea, la pizzeria Popi Popi). 
  3. Ovviamente gli operatori AMA sono costretti a ripulire ogni giorno lo schifo creato dai cittadini e dai commercianti del punto 2. 
  4. Sorprende da un lato che nessuno degli operatori si ribella, segnalando ai propri superiori il carico di lavoro extra dovuto all'ignoranza degli utenti e che AMA non cerchi di trovare una soluzione a questa usanza barbara di gettare i rifiuti fuori dai cassonetti.
  5. L'ultima riflessione che viene in mente è che la situazione che viviamo è frutto di un'operazione studiata a tavolino, un vero e proprio sabotaggio a danno dei cittadini per favorire scelte, esercitare pressioni o determinare emergenze.